La Corte Suprema ha decretato che la controversa tassa sulle case oltre la terza, pensata per scoraggiare l’acquisto di appartamenti a scopo d’investimento, sia carente dal punto di vista di come è stata concepita ed emanata e per questo ha deciso di definirla invalida.
La tassa, parte del progetto del ministro Moshe Kahlon per contrastare la corsa del mercato immobiliare, aveva come obiettivo quello di scoraggiare l’acquisto di appartamenti con lo scopo di metterli in affitto.
Di fatto, però, la legge per come era stata concepita avere molte lacune, la più palese delle quali il fatto che a farne le spese sarebbero stati proprio quegli stessi inquilini che si sarebbe voluto proteggere.
Dopo la bocciatura da parte della Corte Suprema, c’è da aspettarsi un nuovo tentativo da parte del Ministero, in termini diversi.
Per il momento alcuni degli inquilini che si sono trovati a rinnovare il contratto d’affitto nel periodo precedente la sentenza, stanno pagando ugualmente l’aumento legato alla tassa. Quelli più previdenti avranno fatto inserire una clausola riguardante l’effettività della legge, ma i meno attenti avranno subito un aumento dal quale non potranno essere rimborsati.
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