Parte la riforma dell’Istituto Israeliano per gli Standard

E’ finalmente partito il processo di riforma del Istituto Nazionale Israeliano per gli Standard e dovrebbe portare ad un calo dei prezzi di tutti i prodotti importati che richiedono i test di aderenza agli standard.


La legge, infatti, prevede che tutti i prodotti collegati alla rete elettrica, quelli per telecomunicazioni, giocattoli, apparecchi per la sanitizzazione e molti altri, vengano testati prima di poter ricevere il permesso all’importazione.

Fino ad oggi i controlli erano effettuati in regime di monopoli dal Istituto Nazionale per gli Standard. Questo monopolio, però comporta tempi e costi imprevedibili e rallenta in maniera significativa l’importazione e aggiunge costi significativi.

La riforma mira a delegare a laboratori esterni il controllo dell’aderenza agli standard israeliani dei prodotti che vengono importati. L’apertura a laboratori esterni dovrebbe, idealmente, scaricare la pressione sul SII e, nel lungo periodo, creare una competizione tra laboratori che dovrebbe abbassare i costi dei singoli test ed abbreviare il processo di approvazione.

La riforma è progressiva e dovrebbe completarsi in circa quattro anni, terminando nel 2021. Sembra molto tempo ma è assolutamente sensato aprire alla concorrenza per passi.

Nello specifico già dal 1 ottobre 2017 due nuovi laboratori sono abilitati all’approvazione di un elenco definito di tipologia di prodotti.

Dal 30 aprile 2018 i due laboratori saranno abilitati a testare anche telefoni cellulari, lampadine e lampadari, forni, passeggini, pannolini (!?!), forni, forni a microonde, biciclette elettriche, prodotti di pulizia, filtri per l’acqua e purificatori d’aria.

Un terzo passaggio avverrà il 1 dicembre 2019 quando anche i giocattoli, oggetti di legno, prodotti tessili ed altre categorie merceologiche potranno essere testate al di fuori del IIS.

L’ultimo passo avverrà nel marzo 2021 ed estenderà il controllo anche a macchinari industriali, mezzi di trasporto, attrezzature per parchi gioco e materiali da costruzione.

Nel frattempo nuovi laboratori verranno creati ed autorizzati ad operare aumentando la concorrenza e riducendo i costi per gli importatori. In contemporanea il Ministero dell’Economia realizzerà un sistema informatico per il coordinamento delle procedure di certificazione ed il controllo dei laboratori.

Una stima del Ministero valuta gli effetti del nuovo regime in una riduzione dei costi di importazione di circa 200 milioni di sheqel l’anno che dovrebbe riflettersi in un calo dei prezzi di circa il 6%.

La riduzione dei costi, dei tempi e della burocrazia dovrebbe, inoltre, invogliare nuovi importatori ad entrare nel mercato e spingendo i prezzi al ribasso, il tutto a beneficio dei consumatori.

Un ulteriore risparmio arriverebbe se lo stato israeliano decidesse di rimovere l’obbligo di test per prodotti che già abbiano ricevuto le certificazioni dalle corrispondenti autorità europee o americane quando queste abbiamo standard almeno equivalenti a quelli israeliani, ovvero quasi sempre.


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